
Tour Operating: turismo enogastronomico
Nei precedenti articoli dedicati al tour operating, abbiamo parlato di turismo esperienziale e turismo sostenibile. Approfondiamo in questo articolo un’altra nicchia di mercato molto cara agli operatori del settore: il turismo enogastronomico. Parliamo infatti di una formula basata su un turismo lento, sostenibile e immersivo nel territorio e quindi molto vicino ai due segmenti precedentemente analizzati.
L’ASCESA DEL TURISMO ENOGASTRONOMICO

Il turismo enogastronomico è un nuovo modo di viaggiare che sta conquistando un numero sempre crescente di appassionati, alla ricerca di sapori e di tradizioni autentiche. In questo contesto, infatti, il cibo assume un ruolo nuovo, diventando il medium di un territorio, di una cultura e dei valori legati alla terra e alle proprie radici.
Nel recente passato solo alcuni intenditori e appassionati viaggiavano alla scoperta dell’enogastronomia locale, spinti dalla curiosità di conoscere territori e aziende d’eccellenza, oltre che dal desiderio di degustare i prodotti locali.
Oggi, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), il turismo enogastronomico è un segmento in forte ascesa e uno dei più dinamici all’interno del settore. Nel 2021 ad oggi hanno optato per questa formula circa il 55% degli italiani contro il 45% del 2019 e il 21% del 2016.
TURISMO ENOGASTRONOMICO IN ITALIA

I tour enogastronomici nel nostro Paese sono tanti quante sono le località e le mille combinazioni possibili che possono collegarli, visto l’enorme patrimonio di prodotti tipici che offre la nostra terra.
L’Italia si presenta proprio come il paese ideale per il turismo enogastronomico.
Il turismo enogastronomico vale cinque miliardi e si conferma, anno dopo anno, il vero motore della vacanza Made in Italy. L’unica nel mondo a poter offrire ben 176 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario, 4396 specialità tradizionali censite dalle regioni e 477 i vini DOC.
Complici le restrizioni, anche i turisti italiani hanno riscoperto il Belpaese come destinazione, determinando la voglia di approfondire la conoscenza del patrimonio di sapori territoriali.
Tra le destinazioni più ambite c’è la Sicilia, seguita dall’Emilia-Romagna, la Campania, Puglia e Toscana.
L’ENOGASTRONOMIA È CULTURA, CONNESSIONE TRA TURISTA E TERRITORIO

L’enogastronomia è cultura. Il cibo e il vino sono espressioni di un territorio, della gente che vi vive e delle sue tradizioni. E sono al contempo elementi di identificazione e di differenziazione rispetto agli altri.
Essi, infatti, non sono solo l’elemento alla base del sostentamento dell’individuo, ma rappresentano anche strumenti di trasformazione culturale e antropologica. La stessa Organizzazione Mondiale del Turismo ha riconosciuto il turismo enogastronomico come parte del turismo culturale.
In un mondo sempre più aperto e globalizzato, il turista ricerca esperienze autentiche e locali. La presenza di bellezze artistiche e paesaggistiche di elevato pregio non rappresenta più l’elemento discriminante nel processo decisionale. Iil turista vuole avere la possibilità di entrare in contatto e conoscere la cultura e la comunità del luogo.
In questo contesto, l’enogastronomia ha assunto una rilevanza che mai aveva avuto in passato. Oggi il turista si mostra sempre più interessato ad andare oltre al semplice consumo dei prodotti tipici. Aspira a conoscerne le origini, i processi e le modalità di produzione e, attraverso questi, il territorio, le vicende storiche, artistiche e sociali e la vita delle persone del luogo.
L’enogastronomia è diventata uno “strumento” privilegiato. Essa, infatti, racchiude e veicola tutti quei valori che il turista contemporaneo ricerca: rispetto della cultura e delle sue tradizioni, autenticità, sostenibilità, benessere psico-fisico ed esperienza.
IL NUOVO TURISTA ENOGASTRONOMICO

Dagli studi sul settore turistico emerge un nuovo profilo di turista. Più consapevole, attivo, esigente, innovativo e attento ai temi della sicurezza e della sostenibilità.
La scelta di una destinazione, quindi, diventa una sorta di “premio” alle aree e alle aziende agricole che hanno operato per lo sviluppo autentico e armonico, rivalutando e proteggendo la cultura locale.
Quando viaggiano, questi turisti ricercano una pluralità di proposte e attività innovative ed autentiche. Esperienze enogastronomiche nei ristoranti, visite guidate alle aziende agricole e alle cantine, festival ed eventi legati al cibo, al vino e alla birra e così via. La scelta quindi tende a ricadere su destinazioni che offrono un’offerta ampia e varia oltre che caratteristica del luogo.
Ma l’interesse per l’enogastronomia non si esaurisce alla conclusione della vacanza. Esperienze enogastronomiche soddisfacenti contribuiscono a rendere questi turisti sia più inclini a ritornare (75%) e raccomandare (81%) la destinazione visitata. Oltre che ad acquistare prodotti tipici una volta ritornati alla propria residenza abituale (59%).
DALLA VENDEMMIA ATTIVA AL WELL-BEING IN VIGNA: LE NUOVE FRONTIERE DEL TURISMO
La voglia di vivere all’aria aperta spinge i turisti alla ricerca di sistemazioni come agriturismi e relais di campagna, con una ricerca di soluzioni innovative, tra cui spiccano alberghi a tema cibo-vino, glamping e case sugli alberi. Nella scelta degli hotel, la presenza di un’offerta che valorizza i cibi tipici locali appare sempre più determinante.
Non ci si accontenta più del canonico tour della cantina, tra botti, silos e l’impianto di imbottigliamento.
Oggi il turista punta a diventare protagonista dell’attività magari partecipando alle attività quotidiane dell’azienda agricola. Un esempio su tutti è quello della vendemmia attiva, sempre più apprezzata (la indica il 53% degli italiani), specie dopo mesi di lockdown.
Tra le altre esperienze in pieno sviluppo, ci sono quelle che rientrano nel cosiddetto well-being in cantina. Spa nei vigneti e negli uliveti e le attività sportive all’aria aperta, tra cui wine trekking, yoga, forest bathing ed escursioni in bici. Fino ad arrivare ai pic-nic tra i filari.
Molti sono anche i tour enogastronomici in agriturismi che permettono gite a cavallo per immergersi meglio nella natura e scoprire anche quello che molti definiscono “turismo rurale“.
C’è, inoltre, un altro fenomeno in crescita, il cosiddetto bleisure (business + leisure, ovvero lavoro-piacere). In quest’ultimo anno, segnato dall’esplosione dello smart working, il 57% dei turisti italiani ritiene proprio le cantine i luoghi dove poter svolgere riunioni di lavoro e meeting aziendali.
ORGANIZZARE, SEGNALARE E PROMUOVERE ITINERARI ENOGASTRONOMICI

Organizzare, vuol dire individuare uno o più temi enogastronomici che motivino la visita; occorre tracciare il percorso del tour secondo le località che esprimono profondamente la ragione dei temi scelti; individuare lungo l’itinerario i punti più importanti di tradizione enogastronomica e tutti i servizi di assistenza al fenomeno enogastronomico che possono aiutarne il migliore utilizzo.
Segnalare e promuovere, significa dare definizione e visibilità ai tour enogastronomici. In questo modo emergono nella propria forma organizzata rispetto agli altri mille possibili itinerari spontanei che qualsiasi turista può effettuare per conto proprio. Parliamo quindi di apporre cartelli che indichino la presenza di aziende agricole, di rivenditori di prodotti tipici e i luoghi di conservazione del patrimonio culturale cui i tour enogastronomici fanno riferimento. E chiaramente il percorso da seguire.
Un esempio concreto di itinerari enogastronomici finalizzati a sostenere questo fenomeno turistico sono le strade del vino, e le strade del gusto e dei sapori.
CONCLUSIONI
Il turismo enogastronomico sta prendendo sempre più piede anche perché sono cambiate le abitudini del turista.
In questo modo gli amanti dei viaggi potranno regalarsi anche una semplice gita fuori porta in occasione di eventi enogastronomici nelle varie località durante tutto l’anno.
Il turismo enogastronomico, dunque, mira a valorizzare un determinato territorio, caratterizzato da profumi, sapori e colori unici nel suo genere. Ogni itinerario è diverso dall’altro, proprio per la diversità e la varietà che ci regala il nostro paese.
Ogni regione, provincia, piccolo borgo ha qualcosa da raccontare e lo fa attraverso i propri prodotti locali, per permettere ai più curiosi di capire cosa c’è dietro tanta dedizione per la coltura della terra e per meravigliarsi ancora alla vista di una bella forma di formaggio, o all’assaggio di un buon bicchiere di vino.