
Tour Operating: storia ed evoluzione dal 1800 a oggi
2° parte
Nel precedente articolo abbiamo visto la storia del tour operating, partita nel 1841 grazie a Mr. Thomas Cook. In questo articolo seguiremo l’evoluzione del settore dei tour operator fino ai giorni nostri.
La rivoluzione digitale: l’avvento di internet
La fine del 2° millennio si chiude con l’avvento di Internet che ha drasticamente cambiato il settore turistico.
La cosiddetta “rivoluzione digitale” ha influito sia sulla domanda che sull’offerta. Il viaggiatore oltre a cercare ispirazione e informazioni sulla prossima destinazione, effettua ricerche più approfondite con l’obiettivo di confrontare le diverse opportunità e selezionare quella più adatta alle proprie esigenze.
I tour operator si sono dovuti adattare a questa nuova modalità di promozione dell’offerta, più in larga scala e a volte anche meno costosa, ma per questo invitante per nuovi concorrenti.
Grazie anche alla fiducia dei consumatori nei confronti della tecnologia, il passaggio successivo è stato l’instant booking: sia con l’innovazione dei siti degli alberghi che con la nascita delle prime OTA (Online Travel Agencies), oggi grande player della distribuzione turistica.
Nonostante il primo impatto di internet e delle prenotazioni online abbia penalizzato gli intermediari tradizionali, riducendo al di sotto del 15% il traffico delle prenotazioni tramite agenzia di viaggio, dal 2010 in poi questa tendenza procede verso una sorta di inversione, tornando a dare valore alla consulenza degli esperti, raramente a discapito del prezzo.
Le OTA, in pochi anni, hanno conquistato una fetta rilevante del mercato. Oggi però competono, in primo luogo con le grandi agenzie tradizionali al dettaglio ed i tour operator, sempre più orientati all’online, con il vantaggio di essere radicati sul territorio.
I giorni nostri e la competitività
Oggi lo scenario propone al viaggiatore un ampio catalogo di opportunità e le OTA non rappresentano più la scelta più ovvia.
Anche il fronte alberghiero, che era arrivato a penalizzare la catena distributiva classica a favore delle OTA, oggi non è più così nettamente schierato.
Redditività: OTA vs Tour Operator
Grazie ai pacchetti e alle esperienze personalizzate che i tour operator propongono al cliente finale tramite le agenzie di viaggio, la struttura ricettiva ottiene infatti una redditività aggiuntiva rispetto al solo soggiorno con colazione, proveniente dagli altri dipartimenti/servizi inclusi nel pacchetto di viaggio.
Le OTA oggi offrono disponibilità, immediatezza e facilità di fruizione. Per rimanere competitivi, però, integrano l’offerta con sconti per la fidelizzazione del cliente o tariffe package, a discapito sia della redditività della struttura che della possibilità di fidelizzazione dell’ospite alla struttura stessa.
Channel Mix: OTA + Tour Operator
In secondo luogo, il mix distributivo offerto dalla combinazione di canali online e offline, crea l’opportunità di intercettare un target più ampio di clientela. Esistono infatti segmenti di mercato che non possono essere raggiunti tramite una distribuzione esclusiva sulle OTA, e viceversa.
Inoltre la collaborazione con la catena distributiva classica permette di implementare l’occupazione nei periodi di bassa occupazione, andando a creare marginalità aggiuntiva nei periodi di necessità.
Last but not least, ricordiamo che è fondamentale per qualsiasi struttura ricettiva avere una distribuzione “variegata” al fine di non dipendere mai da un unico canale di vendita. In questo modo si riduce il rischio nel caso in cui le condizioni di partnership nei confronti di quell’unico canale dovessero cambiare.
Tratteremo più dettagliatamente questi punti nel prossimo articolo dedicato al Tour Operating.